“Il linguaggio è il principale mezzo attraverso cui i bambini apprendono e costruiscono significato.”
Così recitava Jerome Bruner, noto psicologo e pedagogista statunitense, tra i primi a sottolineare il ruolo fondamentale del linguaggio nello sviluppo cognitivo e relazionale del bambino. Secondo Bruner, infatti, il linguaggio non è solo uno strumento per comunicare, ma anche per pensare, per comprendere il mondo e per costruire significati condivisi con gli altri.
E proprio nei primi tre anni di vita si pongono le fondamenta di questo straordinario processo. È in questa finestra temporale che il cervello è particolarmente plastico e sensibile agli stimoli: ogni scambio comunicativo, ogni parola ascoltata o pronunciata, ogni gesto condiviso contribuisce allo sviluppo del linguaggio.
Quest’ultimo nei primi tre anni segue delle tappe ben riconoscibili, anche se con tempistiche variabili da bambino a bambino.
Conoscere queste tappe può aiutare i genitori ad accompagnare in modo consapevole e sereno la crescita comunicativa del proprio bambino.
0-6 mesi: i primi segnali di comunicazione
Anche se le parole non sono ancora presenti, la comunicazione è già in pieno fermento.
In questa fase, il bambino:
- Risponde ai suoni e riconosce la voce della mamma e del papà
- Si calma o si eccita a seconda di ciò che sente
- Produce vocalizzi (il classico “ah-ah”, “eh-eh”), soprattutto quando è contento
- Guarda il viso di chi parla e comincia a imitare le espressioni facciali
Questi primi mesi sono fondamentali per lo sviluppo dell’ascolto, dell’attenzione e del legame affettivo: tre pilastri che sosterranno tutto il processo linguistico futuro.
6-12 mesi: l’epoca della lallazione
È il periodo in cui il bambino scopre la sua voce e comincia a “giocare con i suoni”.
Compaiono:
- La lallazione canonica, con sillabe ripetute (come “ba-ba”, “da-da”, “ma-ma”)
- Le prime intenzioni comunicative, come allungare le braccia per farsi prendere o indicare un oggetto desiderato
- La comprensione delle parole più familiari, soprattutto se accompagnate dal contesto (ad esempio “ciao”, “mamma”, “no”)
Intorno ai 12 mesi, spesso arriva anche la prima parola significativa, che ha un intento comunicativo chiaro e viene usata in modo coerente e intenzionale!
12-18 mesi: l’esplosione delle parole
A cavallo dell’anno di età, il vocabolario inizia pian piano ad arricchirsi. Il bambino:
- Comprende moltissime parole, anche se ne produce ancora poche
- Usa gesti e parole per indicare ciò che desidera o per attirare l’attenzione
- Inizia a nominare persone, oggetti e azioni della quotidianità
Non preoccuparti se le parole in questa fase le parole siano “semplificate” (es. “cane” → “cà”), l’importante è che siano usate in modo efficace!
8-24 mesi: vocabolario in crescita e prime frasi
Questa è una fase davvero emozionante: le parole aumentano rapidamente e il bambino comincia a combinarle tra loro.
In particolare:
- Il vocabolario può superare le 50 parole
- Compaiono le prime piccole frasi di 2 parole (“mamma acqua”, “via palla”)
- Il bambino comprende frasi semplici e inizia a seguire semplici istruzioni
L’interazione con l’adulto e la possibilità di ascoltare un linguaggio ricco, affettuoso e adatto all’età sono determinanti per questo salto di qualità!
24-36 mesi: linguaggio sempre più articolato
Il linguaggio ora diventa un vero e proprio strumento di pensiero e relazione. Il bambino:
- Forma frasi di 3 o più parole
- Inizia a raccontare esperienze, anche se in modo ancora semplice
- Formula domande (“dov’è papà?”)
- Utilizza pronomi, verbi e plurali, seppur con qualche errore fisiologico
Il lessico cresce esponenzialmente e il linguaggio si affina in complessità e comprensione. È importante non correggere in modo rigido gli errori, ma modellare il linguaggio corretto attraverso l’esempio.
Cosa possono fare i genitori?
Il ruolo dell’adulto è fondamentale per accompagnare e sostenere lo sviluppo del linguaggio. Ecco alcuni consigli pratici:
Guardalo negli occhi – La comunicazione passa anche dallo sguardo: crea momenti di reale connessione.
Parla lentamente e con chiarezza – Usa un linguaggio semplice ma ricco, adattato al suo livello.
Leggi insieme – I libri, fin dai primi mesi, sono una meravigliosa occasione per condividere vocaboli, emozioni e storie.
Canta e gioca con le parole – Filastrocche, canzoncine e giochi di suoni stimolano la memoria uditiva e la produzione verbale.
Rispondi ai suoi tentativi comunicativi – Anche un semplice sguardo o gesto merita attenzione: serve a rinforzare il desiderio di comunicare.
Lo sviluppo del linguaggio è un processo complesso ma affascinante, che coinvolge corpo, mente, emozioni e relazione. Rispettare i tempi di ciascun bambino, proporre esperienze comunicative stimolanti e condividere momenti di gioco e lettura sono le strategie migliori per favorire una crescita linguistica armoniosa e sicura.
Bibliografia
- Fenson, L. et al. (1994). Variability in Early Communicative Development. Monographs of the Society for Research in Child Development.
- Kuhl, P. K. (2004). Early language acquisition: Cracking the speech code. Nature Reviews Neuroscience.
- Vygotsky, L. S. (1978). Mind in Society: The Development of Higher Psychological Processes. Harvard University Press.
- Rowe, M. L. (2012). A Longitudinal Investigation of the Role of Quantity and Quality of Child-Directed Speech in Vocabulary Development. Child Development.
Roberta Romano – Logopedista, specializzata in disturbi di comunicazione e linguaggio in età evolutiva e adulta; difficoltà negli apprendimenti, trattamento delle funzioni orali come deglutizione, masticazione, respirazione, articolazione, disfonie.
- Roberta Romanohttps://www.liscianigiochi.com/author/roberta_romano/